lunedì 18 agosto 2014

Capelli ricci: per «domarli» arriva una pillola

Mai più schiave della piastra: la scoperta del "gene dei capelli ricci" potrebbe consentire la realizzazione di una pillola in grado di far diventare lisci i capelli. È quanto emerge dallo studio pubblicato su Journal of Human Genetics dai ricercatori del Queensland Institute of Medical Research (QIMR) in Australia.
La ricerca, condotta su 5 mila gemelli australiani, ha identificato nel genetrichohyalin il responsabile della chioma riccia: è infatti emerso che una sua variante gioca un ruolo nello sviluppo del follicolo pilifero, determinando la natura del capello. In tal modo, secondo gli studiosi, la possibilità di ereditare i capelli ricci da un genitore è di circa il 90%.
"I risultati del nostro studio - spiega Nick Martin, capo del Laboratorio di Epidemiologia Genetica del QIMR, che ha ereditato i capelli ricci da sua madre - potrebbero rendere possibile la realizzazione di trattamenti in grado di stirare i capelli senza dover ricorrere alla piastra".
"La scoperta - prosegue l`esperto - potrebbe anche permettere di prevedere se un nascituro avrà i capelli lisci o ricci, e, inoltre, trovare un`immediata applicazione nella medicina legale: consentirebbe infatti agli investigatori di produrre identikit più dettagliati del sospettato".

La crisi economica? Fa aumentare la calvizie

Perdita del lavoro, problemi economici, ansia da stipendio più corto del mese: lo stress da crisi economica sta provocando un aumento dei disturbi dermatologici e delle patologie dei capelli. Le malattie legate all’eccessivo nervosismo come le patologie cutanee di origine autoimmune, infatti, sono in aumento. A preoccupare, però, è soprattutto il dilagare della calvizie, con una maggiore incidenza ipotizzabile intorno al 15%. A metterlo in evidenza è uno studio dell’IHRF, l'International Hair Research Foundation.


Lo studio, condotto a partire dall’inizio dell’anno con la collaborazione di 100 dermatologi, ha rilevato come la crisi abbia avuto impatto non solo sui portafogli degli italiani, ma anche sul loro derma e sui loro capelli. Nello specifico la ricerca, prendendo in esame un campione di 634 pazienti adulti che hanno subito la perdita del lavoro (62% donne, 38% uomini, di età compresa tra i 35 e i 58 anni), ha evidenziato la prima comparsa di chiazze di alopecia areata nel 6% dei soggetti (la media normale è del 2%), unacaduta importante e cronica dei capelli (defluvium telogenico) nel 47% dei casi (la media normale è del 20%), dermatite seborroica e psoriasi nel 18% (media 2-3%), prurito diffuso nel 34% (media 3%) e l’insorgere del lichen ruber planus (una malattia cutanea di origine autoimmune che colpisce di solito l’1% della popolazione) nel 4% dei pazienti studiati. Sia pure con un’incidenza inferiore, invece, sono state notate molte altre patologie cutanee riferibili allo stress.

USA: scoperta la molecola che ci farà dire addio alla calvizie


La calvizie è, da sempre, uno dei più grandi crucci dell’uomo. Sempre più spesso, ad esserne colpiti sono individui giovani e anche fra le donne il fenomeno non è più così raro. Ad essi si aggiungono tutti gli individui che perdono i capelli per motivi di salute o perché si sottopongono a cicli di chemioterapia.
Da anni medicina, farmacologia e cosmetica hanno tentato di elaborare una soluzione a questo problema ricorrendo al trapianto e a metodi meno invasivi (come i parrucchini) o somministrando farmaci che ne ritardano la caduta.
Nessuno, però, ha mai trovato la cura in grado di riportare la chioma al suo stato originario.
Fino ad oggi, almeno.
Alcuni scienziati americani, infatti, hanno scoperto per caso un peptide in grado di ripristinare i follicoli morti e riattivare la naturale crescita del capello generando anche una nuova pigmentazione, più scura della precedente.
I test, eseguiti su cavie di laboratorio, hanno dato esiti sbalorditivi. 
Presto la sintetizzazione del farmaco.