mercoledì 12 febbraio 2014

Tablet dissequestrati - In negozio si possono usare

Qualcuno li aveva ribattezzati «iPiad». La vicenda ha avuto grande risalto sul web per giorni, sollevando più di una questione sul modo di affrontare l’innovazione tecnologica nel nostro Paese. Tutto è partito da una verifica dei finanzieri presso la piadineria di Roberto Cairo, il quale aveva offerto la possibilità di ingannare il tempo in attesa delle loro piadine consultando quattro iPad. I militari gli hanno contestato che i tablet, erano «sprovvisti dell’autorizzazione necessaria per essere installati in un locale pubblico. Il tutto ha portato al sequestro e sanzione: 1333 euro per ciascun apparecchio, totale 5300 euro.  
Molti sono stati i messaggi di solidarietà nel web, i quali  hanno portato all’interessamento del deputato astigiano del Movimento 5 Stelle Paolo Romano e la parlamentare europea Lara Comi ed un servizio di  «Virus» di Rai2. Cairo ha avviato quindi una petizione sul sito www.change.org: «Mi domando - ha scritto - se in Italia il problema sia un tablet in una piadineria». E ancora: «Io rispetto e voglio rispettare la legge. Ma vorrei anche che quest’ultima fosse chiara». In pochi giorni sono state oltre 1700 le adesioni.
Dopo qualche giorno è giunta una comunicazione firmata dal direttore dell’Ufficio Regionale per il Piemonte e la Valle d’Aosta dei Monopoli di Stato in cui ha disposto il dissequestro e l’archiviazione della sanzione.
Una volta tanto la vicenda si è risolta bene, e speriamo che questo faccia da precedente anche per chiunque voglia dare questo servizio ai propri clienti.

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